Raccolta fondi e lavoratori nelle imprese sociali, le novità dal Consiglio nazionale Terzo settore

Annunciato nella seduta di ieri giovedì 29 luglio anche un nuovo percorso formativo sull’amministrazione condivisa realizzato in collaborazione con Anci. La nuova compagine ha avviato una riflessione sul concetto di “interesse sociale".

Fonte Cantiere Terzo Settore


Il Consiglio nazionale del Terzo settore ha dato il suo via libera ieri 29 luglio alle bozze di due importanti provvedimenti attuativi della riforma: uno che disciplina il tema della raccolta fondi e l’altro che stabilisce i criteri per il coinvolgimento dei lavoratori e degli utenti nelle attività dell’impresa sociale.

Due provvedimenti fondamentali per sbloccare ulteriori tasselli per la completa attuazione della riforma. In merito alle linee guida sulla raccolta fondi, c’è da segnalare la scelta di fondo che ha caratterizzato la sua stesura: come si legge nella bozza, il tema viene trattato sotto il profilo sostanziale, mentre su quello fiscale sarà l’amministrazione finanziaria competente – e quindi l’Agenzia delle entrate – a intervenire con specifici documenti di prassi, circolari e atti di indirizzo. Le indicazioni fornite dalle linee guida sono finalizzate a orientare l’attività di raccolta fondi coerentemente con i principi di verità, trasparenza e correttezza, debitamente esplicitati. La bozza contiene anche un quadro di massima, anche se non esaustivo né cogente, delle diverse tecniche attraverso le quali procedere alla raccolta fondi.

In merito linee guida per l’individuazione delle modalità di coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti direttamente interessati alle attività dell’impresa sociale, è utile segnalare che la bozza interviene disciplinando le modalità di informazione e consultazione e dedica una sezione apposita al tema della tutela dei diritti.

Nella seduta di giovedì 29 luglio si è avviata, inoltre, la riflessione sui concetti di “interesse sociale” e di “particolare interesse sociale” previsti all’articolo 5 del codice del Terzo settore.

Per l’occasione il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando ha ripercorso in breve le tappe fondamentali del cammino appena avviato, citando in particolare il decreto ministeriale del 31 marzo, riguardante le Linee guida sui rapporti collaborativi tra pubblica amministrazione ed enti del Terzo settore, il regolamento del 19 maggio sulle attività diverse e il decreto interministeriale (di concerto con il MISE) del 24 giugno 2021, relativo ai criteri di computo dei ricavi dell’impresa sociale. L’ultima convocazione, infatti, risale al 16 ottobre del 2020, e quello di ieri è il primo incontro presieduto dall’attuale ministro che ha ribadito la grande attenzione del suo mandato al Terzo settore. Basti pensare che lo stesso Orlando ha scelto di seguire personalmente questo percorso tenendo per sé la delega al tema.

Annunciato, inoltre, un percorso formativo rivolto a funzionari pubblici, nel quale saranno coinvolti anche i quadri degli Enti del Terzo Settore, finalizzato al consolidamento su tutto il territorio nazionale della conoscenza degli strumenti collaborativi previsti nel codice del Terzo Settore (artt. 55-56-57). Il tema è quello degli istituti collaborativi e sarà realizzato dopo la pausa estiva dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani

Insediato con una compagine rinnovata e con un maggiore coinvolgimento dei rappresentanti delle reti associative che passano dai 42 della precedente consiliatura, agli attuali 50, il Consiglio conta la presenza anche di CSVnet, l’associazione nazionale dei centri di servizio per il volontariato, la cui rappresentante effettiva è la presidente Chiara Tommasini, e del Forum nazionale del Terzo settore, con la sua portavoce Claudia Fiaschi, riconfermata vicepresidente del Consiglio nazionale stesso.