XVII Giornata Mondiale dell’Emofilia

L'iniziativa nazionale si svolgerà nella mattinata del 15 aprile in formato digitale.

La Federazione delle Associazioni Emofilici (FedEmo) organizza un evento celebrativo della XVII Giornata Mondiale dell’Emofilia, in programma nella mattinata di giovedì 15 aprile in modalità streaming presso la Sala Mastai del Palazzo dell’Informazione a Roma, a partire dalle 10.30

L’incontro preliminare si svolgerà in presenza per i soli relatori, nel rispetto delle normative anti Covid di cui al DPCM del 4 marzo 2020 e successive modifiche e sarà accessibile via streaming per il pubblico attraverso il sito www.fedemo.it. La tavola rotonda, sarà moderata da Gerardo D’Amico di Rai News 24.

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FedEmo è l’organismo nazionale che riunisce tutte le 31 Associazioni locali che in Italia rappresentano oltre 9000 persone affette da emofilia e altre Malattie Emorragiche Congenite (MEC), supportando socialmente i pazienti e le loro famiglie ed è l’interlocutore nei confronti delle Istituzioni politiche e scientifiche nazionali e internazionali. FedEmo è membro della World Federation of Hemophilia (WFH) e dell’European Haemophilia Consortium (EHC).

La giornata, intende analizzare possibili sinergie con i servizi già in essere sul territorio e dedicati ad altre aree assistenziali, per far emergere proposte concrete atte a rendere maggiormente accessibili quei percorsi extra ospedalieri anche da parte dei pazienti emofilici, elemento di fondamentale importanza, come ben evidenziato anche dalla pandemia
in corso. Verrà riservata particolare attenzione a tutti quegli aspetti inerenti alla possibile demedicalizzazione assistenziale, anche con l’ausilio di tecnologie sanitarie innovative quali la telemedicina, al fine di riuscire ad organizzare e gestire a livello locale quella che dovrebbe essere un’impostazione di sistema condivisa a livello nazionale. Un approccio, questo, che potrebbe inoltre favorire l’uscita dall’attuale fase di stagnazione in cui versa l’applicazione dell’accordo MEC all’interno delle varie regioni e che garantirebbe una maggiore efficienza e autonomia nelle cure, impiegando peraltro delle risorse già oggi disponibili e utilizzate per altre patologie con caratteristiche di cronicità.